Lo scorso fine settimana, guardando tra le varie proposte di Netflix, la mia attenzione è caduta sul film di Andrej Končalovskij "Il peccato - Il furore di Michelangelo" girato nel 2017.
Ricordo che molte scene furono girate ad Arezzo e favorevoli furono le critiche ricevute anche dal nostro Sindaco ed esternate sul quotidiano La Nazione.
Doveva essere un grande film: la storia di uno tra i personaggi più eccelsi del nostro territorio.
Il Sindaco sulle pagine de "La Nazione" scriveva "«Questo evento potrebbe portare in futuro grandi vantaggi alla città. Michelangelo ha lasciato un grande segno sul territorio ed è particolarmente legato a Vasari, e proprio sul carteggio fra questi due grandi la prossima settimana sarà inaugurata una mostra. Questa produzione incentiva anche il turismo una leva sulla quale l’amministrazione punta molto»
Con grande disappunto mi accorgo che il famoso regista moscovita ha deciso di proporcelo nella versione ormai desueta dei 4:3.
Come voler lasciare un qualcosa di "antico" ma che invece non aiuta per niente ad immergersi nell’immaginario visivo rinascimentale.
Un formato video al quale il nostro occhio oramai non è più abituato. La risoluzione più ampia del "sedicinoni" avrebbe reso più spettacolare la visione.
L'occhio avrebbe potuto spaziare ed introdursi nella scena senza fatica.
Cercando di capire la strana scelta del regista continuo la visione.
Dopo alcuni minuti siamo a Firenze in casa di Michelangelo.
Il maestro sta guardando fuori dalla finestra una fiaccolata che si sta svolgendo davanti ad una Pieve.
Niente di strano a meno che non si consideri un piccolo particolare.
La Pieve.
Trattasi della Pieve di Santa Maria in Piazza Grande ad Arezzo.
Un sussulto! Non credevo ai miei occhi. Oltre alla Chimera Firenze ci ha rubato anche la Pieve!
Pochi fotogrammi dopo, la scena si sposta in strada. Michelangelo si trova davanti alle Logge Vasari. E i miei occhi cosa vedono?
Una pessima photoshoppata di "Palazzo Vecchio" nello sfondo.
Non è possibile. Non ci posso credere!
Ripensavo sconcertato: "Il nostro Sindaco aveva affermato che questo film avrebbe dato grande visibilità alla nostra città!"
Avessi avuto accanto Andrej gli avrei urlato: "prima mi propini il vecchio formato per essere più realistico e poi mi photoshoppi, anche malamente, in digitale un palazzo che non esiste in quel luogo?
Che sei venuto a fare ad Arezzo? Hai girato una scena alle Logge Vasari, l'hai ambientata a Firenze e poi ci hai "appiccicato" un palazzo? "
E c'è anche un ANACRONISMO eclatante in tutto ciò.
Michelangelo morì nel 1564 e le logge furono progettate dal Vasari nel 1573.
Mi fa pensare che il regista abbia preso alla leggera l'importanza dei nostri monumenti.
E non si è fermato li.
Dopo le Logge, sempre ambientando la scena a Firenze, non contento ci ha infilato anche Pienza: il famoso "pozzo dei cani".
Con quello però ha avuto fortuna; o forse ha letto l'incisione in alto (ma dubito perché scritta in numeri romani) MCCCCLVII - 1462.
A quel punto, non ce l'ho fatta più, ho fermato la riproduzione e cambiato film.
Da "botolo ringhioso" Ghibellino non posso far altro che pensare alla ladra Firenze e a Končalovskij. Al quale, sempre urlando, direi all'aretina: Cidrone che un se' altro ... studia!
Ai nostri amministratori invio , invece, un simpatico suggerimento: la prossima volta informatevi meglio prima di dare in pasto, agli scrocconi, la nostra amata Arezzo.